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Accesa
la miccia L’Europa pronta a combattere Il
vertice europeo straordinario sulla tragedia della migrazione nel
Mediterrano, conclusosi in Lussemburgo, ha messo all’ordine del giorno
l'ipotesi di quella missione civile e militare “per catturare e distruggere
le imbarcazioni usate dai trafficanti” a cui avevamo
accennato ieri. Una svolta decisiva sul fronte di quella politica di
sicurezza europea nel Mediterraneo, che fino a questo momento non era mai
stata preventivata. Il problema principale era rimasto invece quello
dell’accoglienza, quando finalmente ci si è accorti
che senza un presupposto di sicurezza non siamo in grado di accogliere
proprio nessuno. L'Europa ha iniziato a misurarsi con quello che Alberto
Negri, su “il Sole 24 ore”, mercoledì scorso, definisce “l'atlante del
disordine mondiale”. Non che un disordine di questo genere non fosse esistito
precedentemente, solo che nell’arco di quest’anno si è spinto fino al cortile
di casa nostra. L’assedio della città di Kobane, si poteva assistere
comodamente dalle colline della Turchia, un paese la cui appartenenza alla Ue
è forse compromessa, ma pur sempre parte della Nato.
Il disastro libico si consuma appena al di là di un mare che l’Italia conosce
benissimo, e che gli italiani hanno navigato e solcato per tutta la loro
storia, quella più e quella meno gloriosa. Se l'Europa fino a questo momento
ha preferito evitare di confrontarsi con la frantumazione del medio oriente,
quasi che la cosa la riguardasse appena, ora ha iniziato a farsi delle
domande e a pensare a dei provvedimenti. Se non altro perché le ricade addosso la responsabilità della fine del regime di
Gheddafi. Da quel momento Roma, 22 aprile 2015 |
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